1993 – Non una sagra ma un vero e proprio Festival
“Non una sagra ma un vero e proprio Festival. Tutto dedicato a Sua Maestà il peperoncino” continua a ripetere Enzo Monaco dopo i successi della prima esperienza. E mantiene fede all’impegno. A Settembre del 1993 il peperoncino è sempre protagonista assoluto. E intorno mille momenti culturali.
Su via Amendola stand con ‘nduja, rosamarina e morsello. Nelle mostre le foto di Oliviero Toscani e i disegni di Francesco Cirillo. Mentre Ettore Liuni, Vito Teti, Giulio Tarro, Ciro Cosenza, Enrico Esposito, Rocco Di Blasi e Sharo Gambino sono protagonisti di convegni e dibattiti “piccanti”. Nella sua relazione Enrico Esposito teorizza l’idea della storia interpretata dal “punto di vista” del peperoncino.
Comincia la collaborazione con Gianfranco Tartaglia che sui quotidiani italiani firma le sue vignette come Passepartout. Da Bologna arriva Gil David che dipinge sui corpi nudi dei giovani. Mentre Annamaria Santucci, scrittrice di favole, si impegna a scrivere una fiaba tutta dedicata al “diavolillo”. Gerardo Sacco, l’orafo delle dive, crea il distintivo dell’Accademia: una maschera apotropaica con un peperoncino in bocca.